“Il Leone di Damasco” di Emilio Salgari.

Volume conclusivo del mini ciclo di “Capitan Tempesta”. Pubblicato cinque anni dopo il primo, nel 1910.

"Il Leone di Damasco" di Emilio Salgari.
“Il Leone di Damasco” di Emilio Salgari.

Dall’incipit del libro:

LA NIPOTE DI ALÌ BASCIÀ

– Ecco la bandiera azzurra dai tre leoni rampanti!… Ecco la galera del Pascià di Damasco!… Armate la nostra!… Padrona, l’ora della vendetta è giunta!…

Queste parole erano state pronunciate da un guerriero turco, alto, tarchiato e assai abbronzato, che pareva spiasse da giorni quella nave, dall’alto d’una terrazza dell’imponente castello d’Hussiff, un maniero di costruzione veneziana e così saldo che erano state necessarie duecento galere turche per costringere gli ultimi veneziani ancora sopravviventi in Cipro alla resa.

Con due fronti, una verso il mare, l’altra verso l’interno, lanciava altissime le sue torri e le sue spaziose terrazze, munite di più di cinquanta colubrine e d’una ventina di bombarde. La voce del robusto guerriero, forte come il muggito d’un toro, per un momento dominò il rombo della risacca frangentesi eternamente sulle scogliere, echeggiando sì in alto come in basso.

Un istante dopo una bellissima giovane di forse ventidue anni, dalla figura alta, slanciata, gli occhi nerissimi, che risaltavano vivamente sotto le lunghe sopracciglia meravigliosamente delineate, la bocca piccola, dalle labbra rosse come ciliege mature, i capelli lunghissimi, sciolti, d’una tinta che aveva i riflessi delle ali dei corvi, apparve, uscendo quasi di corsa da una delle torri e balzando sul terrazzo.

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