Poemetto scritto e pubblicato nel 1905 in cui l’autore condanna gli eccidi di Cerignola, Buggerru e Castelluzzo durante lo sciopero generale del 1904.
Dall’incipit del libro:
Cerignola
I.
L’ora è suonata. Il grido è immenso: lucide
sono le armi in mano dei fratelli:
come un mare in tempesta, freme e s’agita
la turba dei ribelli.
È il lavoro che rugge e piange e palpita
ed ondeggia e s’avanza a poco a poco,
mentre la voce d’un eroe dell’ordine
spinge i soldati al fuoco.
E la turba si muove, e assieme a un unico
calvario i padri ed i figliuoli vanno:
assieme nati per soffrire e piangere,
assieme oggi cadranno.
E vanno e vanno, e dentro l’aria naviga
un triste coro di bestemmie e pianti,
mentre la voce del cosacco domina:
– avanti al fuoco, avanti! –
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