“Ines coronata” di Jerónimo Bermúdez

Tragedia scritta nel 1577. Seguito di Ines pietosa.

"Ines incoronata" di Jerónimo Bermúdez.
“Ines coronata” di Jerónimo Bermúdez.

Dall’incipit del libro:

ATTO PRIMO

Re don PEDRO, il Vescovo, Alcalde, Aia, Cameriere, Cori.

RE. O terra di Coimbra, che solevi essere il centro del mio riposo, come potrò calcarti senza stringer la mano di colei che m’era di sostegno alla vita?

Come affissarvi lo sguardo senza incontrar gli occhi della donna amata, che più dell’azzurro del cielo mi rallegravano?

Oh città, in cui Dio avevami aperto il paradiso, sei ora deserta e muta, intrisa d’illustre sangue, e maledetta più della lontana Gelboè.

E tu, famosa torre, che novella Babilonia minacciavi il cielo, poggi sublime? hai tu trofei, scettri, corone? di tanti re, quali glorie, quali ricordi, quali reliquie coglierà più dalle tue pareti la mano d’altro misero Assalonne?

Siede mestizia su’ tuoi culmini, o torre, tristo è Israele, e la dolce Sionne si lamenta e geme sotto la cruda schiavitù del re Nabucco, nè più di melodie risuonano i tuoi echi.

Oh ricordanza di passate glorie, spariste, e me lasciaste com’esempio d’anime affannate che spingono la navicella dell’angosciosa vita fra immenso mare di lagrime!

Questi saranno i ludi, questi i tripudii e feste che si preparano alla donna del mio cuore, l’unico soggetto de’ miei pensieri, colei che con ignominia tanta spensero uomini più striscianti e velenosi di vipere e di serpi.

Ecco il riposo e la gioia che posso ripromettermi da questa terra. Il cielo, il cielo stesso col suo lucido ammanto a me sembra tenebroso e fosco, e di ogni tormento iniziatore.

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