Romanzo protofantascientifico pubblicato nel 1859.
Dall’incipit del libro:
MOTIVI PER CUI HO SCRITTO LE SEGUENTI BIZZARRIE.
PREAMBOLO.
Non sono allegro: voglio imporre al mio carattere, vo’ esser lieto a tutti i costi, vo’ uscir dall’attuale mia situazione d’animo. Mi sarà forse vietato di togliermi per un istante dal mondo della realtà allo scopo di sollevarmi lo spirito troppo abbattuto? Le campagne del pensiero non son coperte di cadaveri appestati? Il regno dell’immaginazione per me è il Paradiso terrestre. La letteratura vuol forse essere sempre vestita a lutto? Sia come vuol la regola. Se non offendo la morale e le convenienze, posso far ciò che più m’aggrada colla mia fantasia. Ho bisogno di dimenticare questa vita piena di spine, di apparenze. Ci vuol della gran forza, ci vuol proprio un aiuto sovrumano per non disgustarci talvolta alla vista delle azioni umane. Anche l’uomo pieno di speranze s’attrista e fugge a nascondersi… Se fa di non innalzare i suoi occhi al cielo, si dispera. La prova della vita è pur anco difficile! Finché sei avvoltolato nel fango all’ultima punta de’ capelli, finché vivi or sulle spalle di uno, or sul dorso di un altro, finché meni una vita puramente esterna, stringi la mano di qualche persona che si dà il vanto d’esser persona grande, trovi un sorriso sulle labbra di coloro che dettano. Fa un poco d’uscir fuori dal fango, d’ergerti dritto sulla spina dorsale, e di far vedere che anche tu hai una tua persona e…
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