“I figli dell’aria” di Emilio Salgari

Primo di due romanzi che compongono il ciclo de “I figli dell’aria”. Pubblicato nel 1904.

"I figli dell'aria" di Emilio Salgari.
“I figli dell’aria” di Emilio Salgari.

Dall’incipit del libro:

LA FESTA DELLE LANTERNE

Pechino, l’immensa capitale del più popoloso impero del mondo, che da migliaia d’anni si erge, al par di Roma, come sfida al tempo, a poco a poco s’immergeva fra le tenebre.

Le immense cupole a scaglie azzurre dai riflessi dorati dei giganteschi templi buddisti; i tetti gialli dal lampo accecante degli sterminati palazzi della corte imperiale; i mille ghirigori di porcellana del tempio dello spirito marino che racchiude le tre incarnazioni del filosofo Lao-tsz; i candidi marmi del tempio del cielo; le tegole verdi del tempio della filosofia; la foresta immensa di guglie e d’antenne sostenenti mostruosi draghi dorati cigolanti alla brezza; le punte arcuate di metallo dorato delle torri, dei bastioni, delle muraglie enormi della città interdetta, scomparivano fra le brume della sera. Il fragore però che si ripercuoteva in tutti gli angoli della città mostruosa, quel fragore sordo e prolungato prodotto dal movimento di tre milioni d’abitanti, dal rotolare di miriadi di carri e di carretti e dal galoppare di cavalli, quella sera non accennava a cessare, malgrado il proverbio cinese che dice: «la notte è fatta per dormire».

Pareva anzi, contrariamente alle abitudini dei flemmatici celestiali, che aumentasse con un crescendo assordante.

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