“I pescatori di balene” di Emilio Salgari

Romanzo del 1894.

"I pescatori di balene" di Emilio Salgari.
“I pescatori di balene” di Emilio Salgari.

Dall’incipit del libro:

IL CAPODOLIO

La notte del 24 agosto 1864, una nave correva bordate, a tutte vele sciolte, a centotrenta miglia a sud delle Aleutine, lunga catena di isole che si estende dinanzi il mare di Behring fra le coste dell’America e dell’Asia. Era un magnifico veliero di oltre quattrocentoventi tonnellate, attrezzato a barco, colla prua tagliata quasi ad angolo retto e munita di un solido sperone di acciaio, i fianchi piuttosto larghi e difesi da lamine di rame di notevole spessore. Alta era la sua alberatura, con uno sviluppo grandissimo di vele: libera quasi del tutto la sua coperta, ma untuosa e sdrucciolevole senza cassero e senza castello. Sulla poppa, in lettere dorate, spiccavano questi due nomi: Danebrog Aalborg.

Sulla gran gabbia, aggrappati alle sartie e alle griselle, si vedevano due uomini un po’ curvi innanzi, cogli occhi fissi sull’oscuro mare che muggiva sordamente frangendosi contro i fianchi del naviglio.

Uno dimostrava quarant’anni. Era di statura bassa ma tarchiato, con larghe spalle e grosse e robustissime membra. Aveva la pelle un po’ abbronzata, gli occhi di un azzurro profondo, il naso un po’ rosso, forse pel soverchio abuso di bevande spiritose, e la barba e i capelli biondi.

Aveva accostato agli occhi un cannocchiale e guardava attentamente l’immensa distesa d’acqua.

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