Fantasia comica in un atto. Anche questa in un’edizione del 1856.
Dall’incipit del libro:
ATTO UNICO
PROLOGO
È notte. Salotto con porta in mezzo e due laterali. Nessuna mobilia fuorchè dal lato sinistro, un piccolo tavolino tondo, nel quale è un candeliere e una poltrona a sdraio.
SCENA I.
ADELE, parlando alla porta a destra.
ADELE. Andate pure a letto, mamma….. l’aspetterò io. Quello scapato di Amilcare sempre si scorda di prender la chiave. Da un lato ci ho gusto, perchè così so quando torna a casa, lo faccio discorrere, mi faccio dire dove è stato, che cosa ha fatto. Amilcare per dire il vero è buono, ed è un bravo artista, e se mi sposa sarò felice. Questo indugiare però mi piace poco….. tutti que’ signori galanti che frequenta gli hanno un po’sconvolto la testa, gli han messo certi grilli ambiziosi per il capo; ma io lo porrò alle strette, e bisognerà che si decida. Se non lo amassi quanto l’amo, potrei dar retta a quel conte Adolfo che mi sta dietro da tanto tempo. (si sente il fischio comico) Eccolo. (va ad aprire)
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