Romanzo storico, ambientato nel XV secolo, pubblicato per la prima volta nel 1902.
A seguire 7 racconti:
- La leggenda della chiesa di Sorres
- Momenti
- Abba a su trugu
- Dal taccuino di un soldato (Impressioni)
- Come finì Mastro Gunari (Bozzetto sardo)
- Novella di Natale
- L’automobili (scritto interamente in sardo)
Dall’incipit del libro:
CAPITOLO I
– O Maria Santissima, fatemi aprire! – esclamò Quiteria, non appena fu rinchiusa nello stretto carcere. Ella era stata barbaramente allontanata dai suoi tre fratellini, il più piccolo dei quali, Francescuccio, aveva appena cinque anni.
– Apritemi! – ripeté, e nel delirio della disperazione si sforzava di atterrare la porta che era foderata di ferro.
Ma Mossen Julio, venuto appositamente in Sassari per ordine di Don Giovanni II, per la Gracia de Deu Rey Daragò, de Navarra, de Sicilia, de Valencia, de Sardenia, de Corcega, Comte de Barcellona, Duch de Athenas y Neopatrìa y Comte de Rosselliò y Cerdanya, Mossen Julio avea dato ordini severissimi a Gabinu Sura, perché vigilasse su tutte le torri, su tutte le segrete del Castello di Sassari.
E Gabinu Sura infatti, da buon carceriere, chiuse a doppio giro la serratura dell’ultima torre del Castello di Sassari, la mattina del 25 maggio del 1478.
– Ma perché mi hai strappato ai miei fratellini? Re Giovanni, Re vigliacco! – gridò Quiteria. – Oh! lo so, me l’ha pur detto mio padre che le tue unghie sono cosparse di fiele, che i tuoi occhi iniettati di sangue non vedono altro, nei tenebrosi deliri, che lo sterminio della nostra casa d’Arborea. Maledetto!
E sollevò i pugni disperatamente… Fece alcuni passi e cadde nell’angolo della cella sopra un mucchio di paglia.
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