“Finestre alte” di Ada Negri

"Finestre alte" di Ada Negri.
“Finestre alte” di Ada Negri.

Raccolta di 17 racconti pubblicata nel 1926.

I titoli:

  • Il suo diritto
  • Il sonno
  • Clarissa
  • La vera storia di Laura Strini
  • La tentazione
  • Epilogo
  • Ombra
  • Il cane danese
  • Gli orfani
  • La moglie
  • Prima di morire
  • Fanetta e il suo bambino
  • La superstite
  • «Tuo figlio sta bene»
  • Messa natalizia
  • La poltrona
  • Mikika sui tetti

Dal primo racconto:

IL SUO DIRITTO

Quando accadde la disgrazia, Lùcia aveva sette anni. Giocherellava, gorgheggiando (l’avevamo soprannominata l’Uccellin Belverde) intorno alla mia pettiniera. Morirò senza scordare il suo viso, com’era quell’ultimo mattino nel quale ella ebbe il suo viso, il suo viso che le avevo fatto io: una faccina color di perla, con un profilo di idoletto egiziano, le labbra fresche e ridenti, una corta zazzera nera, ariosa, sempre arruffata.

Sull’orlo della pettiniera (perchè mai così sull’orlo?… non ho ancor cessato di domandarmelo) un fornelletto ad alcool reggeva il ferro da ricci. Le fiammelle, piccole, in due file regolari, sotto il ferro splendevano, azzurre e violacee nel raggio di sole che illuminava il piano di cristallo, ingombro di boccette e d’oggettini d’argento.

Io ripetevo a Lucetta
– Bada, piccola. Gioca più in là.
Ma con tono distratto; tanto ero certa che nulla di male

avrebbe potuto succedere alla mia bimba; e poi mi stavo pettinando; cioè accarezzando col pettine e cogli occhi i lunghi capelli, riflessi nello specchio. Io possedevo allora lunghi capelli color del miele, che eran la mia civetteria; e avevo il torto di ondularli col ferro, mentre sarebbero stati così bene nella loro dolcezza liscia. E poi…

Fu un attimo. Un gesto imprudente della bambina, una fiala d’alcool rovesciata sul fornelletto, una vampa, urli, spasimi, accorrer di gente. Più tardi, senza ch’io mi rendessi ben ragione dell’accaduto, un terribile silenzio, in una camera buia.

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