Raccolta di ricordi, novelle e altri scritti pubblicata nel 1922.
Dall’incipit del libro:
PREFAZIONE
Messo in ordine e pubblicato il «guazzabuglio», com’egli lo chiamava, dell’Acqua passata, mi piovvero da ogni parte sollecitazioni e consigli perché raccogliessi altri scritti di Renato sparsi in riviste, in periodici e in numeri unici, di cui dovevan trovarsi gli autografi in qualche fascio di carte ammonticate alla rinfusa in un canto dello studianaio di Dianella.
Un bel giorno mi vidi arrivare una cassa di legno piena zeppa di fogli gialli e polverosi, di giornali, di taccuini dove c’era un po’ di tutto: sonetti in vernacolo e versi in lingua, abbozzi di novelle e di conferenze, poesie per ragazzi, poesie per uomini soli…. insomma gli originali – e con varianti notevoli – di quanto il Fucini aveva già pubblicato, di ciò che non aveva ancora dato alle stampe, e di ciò che né lui né io avremmo creduto di pubblicare.
Tutto il suo bagaglio letterario era lì in quella cassa; dai primi tentativi, ancora incerti, pieni di pentimenti e di correzioni, agli ultimi scritti nei quali l’arte già esperta del narratore procede spedita e sicura senza titubanze, senza cassaticci, quasi a dettatura d’un io interiore a cui la mano e la penna obbedivano inconsapevoli. Tali sono le pagine dei Primi Ricordi finora inediti che qui si pubblicano e paiono modello insuperabile di semplicità, di scioltezza e di vivacità di racconto. Quando le pescammo, di sotto a quell’ammasso di carte, ne restammo sorpresi: erano il primo getto di quel…
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