“Il diavolo sulle colline” di Cesare Pavese

Romanzo scritto alla fine del 1948 e pubblicato per la prima volta nel 1949.

Inserito, nel 1950, come secondo romanzo nel trittico La bella estate insiema a La bella estate e Tra donne sole.

"Il diavolo sulle colline" di Cesare Pavese.
“Il diavolo sulle colline” di Cesare Pavese.

Dall’incipit del libro:

I.

Eravamo molto giovani. Credo che in quell’anno non dormissi mai. Ma avevo un amico che dormiva meno ancora di me, e certe mattine lo si vedeva già passeggiare davanti alla Stazione nell’ora che arrivano e partono i primi treni. L’avevamo lasciato a notte alta, sul portone; Pieretto aveva fatto un altro giro, e visto l’alba addirittura, bevuto il caffè. Adesso studiava le facce assonnate di spazzini e di ciclisti. Nemmeno lui ricordava i discorsi della notte: vegliandoci sopra, li aveva smaltiti, e diceva tranquillo: – Si fa tardi. Vado a letto.

Qualcuno degli altri, che ci trottava dietro, non capiva che cosa facessimo a una cert’ora, finito il cinema, finite le risorse, le osterie, i discorsi. Si sedeva con noi tre sulle panchine, ci ascoltava brontolare o sghignazzare, s’infiammava all’idea di andare a svegliare le ragazze o aspettare l’aurora sulle colline, poi a un nostro cambiamento di umore tentennava e trovava il coraggio di tornarsene a casa. L’indomani costui ci chiedeva: – Che cos’avete poi fatto? – Non era facile rispondergli. Avevamo ascoltato un ubriaco, guardato attaccare i manifesti, fatto il giro dei Mercati, visto passare delle pecore sui corsi. Allora Pieretto diceva: – Abbiamo fatto conoscenza con una donna.

L’altro non ci credeva ma restava interdetto.

– Ci vuole perseveranza, – diceva Pieretto. – Si passa e ripassa sotto il balcone. Tutta la notte: lei lo sa, se ne accorge. Non c’è bisogno di conoscerla, se lo sente nel sangue. Viene…

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