“Il figlio del cacciatore d’orsi” di Emilio Salgari

Romanzo del 1899. Pubblicato con lo pseudonimo A. Permini.

"Il figlio del Cacciatore d'orsi" di Emilio Salgari.
“Il figlio del Cacciatore d’orsi” di Emilio Salgari.

Dall’incipit del libro:

UNA TRACCIA MISTERIOSA

In una di quelle vaste praterie che si trovano un po’ all’ovest della specie d’angolo formato dalla riunione dei tre Stati dell’America del Nord: il Dakota, il Nebraska ed il Wyoming, due uomini cavalcavano di gran galoppo come se avessero fretta di giungere a qualche appuntamento od a qualche accampamento.

A prima vista si riconoscevano per europei, quantunque indossassero dei costumi assai strani che non si vedono in alcuna regione del nostro vecchissimo continente.

Quanta differenza fra quei due tipi!… L’uno era altissimo di statura, spaventosamente magro, una specie di Don Chisciotte; l’altro invece era rotondo come una botte, e si poteva rassomigliarlo al servitore dell’errante cavaliere spagnuolo, a Sancio Panza.

Nondimeno, malgrado tanta differenza di statura, le loro teste si tenevano allo stesso livello, perché l’uomo piccolo e rotondo montava un cavallone ossuto e dalle gambe smisurate e che non doveva di certo appartenere alle vigorosa razza andalusa che popola le praterie americane; il più magro invece montava un piccolo mulo, tanto basso anzi che le lunghe gambe del cavaliere quasi quasi toccavano il suolo. Avendo due cavalcature così differenti, si comprenderà facilmente come in sella quei due uomini fossero egualmente alti.

Abbiamo detto in sella, ma dobbiamo dire che abbiamo errato, poiché nessuno di quei due uomini sembrava che ci tenesse ad un così comodo arnese.

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