Romanzo del 1899.
Dall’incipit del libro:
GIOVANNI FINFIN
Un bel mattino di maggio, quando già il sole s’era alzato sull’orizzonte, nel momento in cui l’alta marea cominciava a montare, un bel brick, dipinto di fresco, con tutte le sue vele sciolte, usciva lentamente dalla baia di San Malò per guadagnare l’alto mare, lasciandosi a poppa le coste di Francia.
Quel bel veliero, che procedeva con grazia civettuola, leggermente sbandato sul tribordo, portava sulla poppa, a lettere dorate, il nome di Aglae. Era molto conosciuto dai marinai di San Malò e tutti sapevano che la sua destinazione erano le coste dell’Africa.
Il suo capitano era un vecchio lupo di mare, chiamato Dorsemaine, ma che si conosceva meglio col nomignolo di Pelonero, datogli dai suoi marinai in causa del suo detestabile umore e della sua cattiveria.
Il capitano Dorsemaine aveva sessant’anni già suonati e cinquanta di navigazione, avendo cominciata la sua carriera a dieci anni in qualità di mozzo.
Era un pezzo d’uomo, grande, grosso, con un collo da toro, con due pugni così poderosi da far paura a tutti, con un barbone gigantesco; un uomo infine che per vigore non la cedeva a nessuno e che per abilità marinaresca non aveva forse eguali. L’Africa specialmente la conosceva a menadito non solo, ma parlava anche numerose lingue, il cafro, l’yolofo, il biafro, il mandingo e l’ottentotto.
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