“Il matrimonio di un morto” di Tommaso Gherardi Del Testa

Farsa popolare in un atto che fa parte del terzo volume delle opere del Gherardi Del Testa pubblicato nel 1858.

Dall’incipit del libro:

"Il matrimonio di un morto" di Tommaso Gherardi Del Testa.
“Il matrimonio di un morto” di Tommaso Gherardi Del Testa.

ATTO UNICO.

Casetta a destra. – Giardino con frutti, fiori ecc. – tavola apparecchiata con fiaschi, bottiglie ecc. – Viale che conduce al villaggio a sinistra.

SCENA I.
La zia MARTA, CAROLINA, CARLINO, CENGIA e GORO.

CAROLINA. Zia Marta, tocca a voi.

CARLINO. Tocca a voi, zia Marta.

CENCIA. L’accomodi lei, zia Marta.

GORO. Li contenti, zia Marta.

MARTA. (con un gran cuffione in capo, e messa da vecchia in gala) Ih! Ih! (turandosi le orecchie) Zia Marta di qua, zia Marta di là. Avete un bel dire voi altri. Che ho la bacchettina fatata io? non conoscete mio fratello, il signor Gervasio Cornacchioni? è un buon uomo, ma quando ha fissata una cosa l’ha a andar di lì.

CAROLINA. Ma io questo sposo non io voglio, voglio il mio Carlino.

CARLINO. Vuol me, capisce?

CENCIA. E hanno ragione.

GORO. Permiaccio!

MARTA. Son tutti bei discorsi, ma l’avete a fare a mio fratello.

CAROLINA. Quando si arrabbia mi fa paura.

CENCIA. Pare un basilisco.

GORO. Parla sempre, permiaccio, di bastonate.

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