“Il mio cadavere” di Francesco Mastriani

Il primo romanzo noir italiano. Fu pubblicato in appendice su l’Omnibus ta il dicembre 1951 e l’aprile 1952, e sempre nel 1952 uscì in volume presso l’editore Rossi di Genova. Ha un seguito, “Federico Lennois”, disponibile a breve.

Questo ebook è stato tratto da un’edizione del 189?, stampata a Napoli presso l’editore G. Salvati.

"Il mio cadavere" di Francesco Mastriani.
“Il mio cadavere” di Francesco Mastriani.

Le 22 illustrazioni che aricchiscono il testo provengono da un’altra edizione e precisamente:

Il mio cadavere / Francesco Mastriani –
Pubblicazione \S. l. : s. n., dopo il 1880! – 168 p. : ill. ; 27 cm.

Dall’incipit del libro:

I.
LA FAMIGLIA DELLO STRADIERE

Se un viandante qualunque, trattovi per casualità o per vaghezza di solitarie meditazioni, in sull’imbrunire d’una bella sera di està dell’anno 1826 si fosse trovato a scendere pei greppi posti a ridosso del Real Albergo de’ Poveri e di S. Maria degli Angioli alle Croci, si sarebbe certamente soffermato passando da costo a un povero abituro, diruto in gran parte per le scosse del tremuoto detto di S. Anna, avvenuto nella sera del 26 luglio 1805.

La cagione che avrebbe indotto il supposto passeggiatore a fermarsi dappresso a quell’abituro, era, il sentirsi in una stanza del secondo ed ultimo piano, quello propriamente che dava le viste di essere il più danneggiato, voci di pianto che avrebbero straziato un macigno; quelle voci erano la più parte di donne e di fanciulli; ed, alle smozzicate parole, ai moncherini di frasi che si mischiavano ai singulti d’un pianto che parea di disperazione, si capiva che una cara persona di quella famiglia era morta o moribonda. Ed in fatti, un uomo era presso a spirare.

Quest’uomo era il capo di quella famiglia.

Inoltriamoci nell’interno del misero abituro. Spettacol sublime e commovente! La religione, che sorregge gli ultimi istanti della vita di un padre; che gli sta per dischiudere le porte del cielo; la religione che sola rimane accanto al capezzale del moribondo, anello divino che congiugne il tempo alla eternità; la religione, che vive nelle lagrime, volgeasi benanche ai superstiti per mitigarne il dolore acerbissimo.

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