Scritto nel 1883, è il seguito de “L’assassinio nel Vicolo della Luna”.
Dall’incipit del libro:
I.
Il 2 decembre 1831, circa le dieci antimeridiane, i sei auditori della Rota Fiorentina, che formavano il Turno Giudicante sugli affari criminali, erano tutti congregati nella stanza in cui solevano tener consiglio.
Arrivati alla spicciolata, si eran messi a discorrer fra loro degli argomenti più estranei allo scopo pel quale si riunivano.
Un auditore raccontava che un suo bambino di tre anni aveva ruzzolato la scala: un secondo si lamentava del mal di capo: un terzo deplorava di non trovar rimedio alle sue insonnie. Non posso dormire, diceva, neppur all’udienza!
Dopo un quarto d’ora giunse il presidente.
Tutti gli mossero incontro per stringergli la mano e dargli il buon giorno.
Il presidente entrò sorridendo, fece riverenze a destra e a sinistra, e strinse con tutte e due le mani la mano che gli porgeva ciascuno degli auditori.
– Vostra signoria sta bene? – domandò l’auditore Lechini, un omettino di bassa statura, magrolino, sempre ligio, cerimonioso, e che faceva uno sforzo per non buttarsi in ginocchioni quando parlava col presidente, con gli alti magistrati della Consulta, o con qualche altro dignitario da cui dipendeva il suo avanzamento.
Scarica il libro: