Romanzo del 1922.
Dall’incipit del libro:
L’AMBIENTE
Una casa piccola, pulita, borghesissima che rispecchia in ogni particolare le abitudini, o meglio, i caratteri di coloro che vi hanno domicilio. «Mostrami dove stai e ti dirò chi sei». Potrebbe essere modificato così il vecchio proverbio.
Una minuscola stanza d’entrata. Due vecchie oleografie attaccate alla parete di faccia all’uscio d’ingresso: Mazzini e Garibaldi. Da un lato un brutto ritratto di Gabriele d’Annunzio tolto dall’illustrazione di un giornale. Un portapanni e un tavolino su cui sta un vaso di vetro che, invece di fiori, ha molte e varie bandierine tricolori di carta, sulle quali è stampato: Viva Trento e Trieste – Viva il Re – Viva il 20 settembre – Viva Benito Mussolini – Viva Mazzini – Viva d’Annunzio! Quel vaso – si vede chiaro – è il deposito delle diverse manifestazioni patriottiche della famiglia.
Si passa nella stanza da pranzo e da studio.
In mezzo, la tavola. Da una parte un mobile a vetri che mette in vista piatti e bicchieri; dall’altro uno scrittoio. Tra le due finestre, un pianoforte coperto da un panno verde su cui sono ricamate in lana le note musicali. Attaccate alle pareti, stampe con il ritratto di Dante, del Carducci e di Francesco Crispi. Attorno a un porta-ritratti di velluto, le cartoline illustrate di Ruggero Ruggeri, di Febo Mari, della Bertini, del Bonnard, di Guido da Verona. Su di una mensola accanto allo scrittoio, vari libri di romanzi fra i più moderni, dalle copertine illustrate molto «suggestive»; un volto…
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