“La tanca fiorita” di Giovanni Antonio Mura

Romanzo del 1935.

"La tanca fiorita" di Giovanni Antonio Mura.
“La tanca fiorita” di Giovanni Antonio Mura.

Dall’incipit del libro:

“La tanca fiorita” di Giovanni Antonio Mura

INTRODUZIONE

Gli uomini di questo romanzo non conobbero la rivoluzione che rese doppiamente vittoriosa la nostra guerra. Sono uomini, dunque, che appartengono ad altri tempi: e la grande isola mediterranea oggi non comprenderebbe più il tormentoso sogno di Damianu Selis.

Dico anche che essi sono tutti morti; e soltanto Nanni Selis è vivo.

Attorno alla sua casa ruinata sorgono ora case nuove di pietra dura, viva e luminosa.

G.A. MURA

LA TANCA FIORITA

L’ultimo giorno di carnevale, Nanni Selis, secondo ed ultimo figlio di ziu Damianu Selis, si ammalò.

Nella piazza si era ballato tutto il pomeriggio.

Le ragazze di Birchiri avevano formato una grande catena con le braccia, tenendosi per mano, attorno ad un olmo secolare, ed i giovanotti avevano cantato fino a perderci la voce:

A ferru frittu ne a ferru frittu,
A ferru frittu ne a ferru frì!…
Bim-ba-rambòi bimba-rambà!

Cagnolinu, con la lunga berretta arrotolata sul capo, entrava ed usciva sotto l’arco delle braccia, tenendo in mano una bottiglia colma di vino, e offriva da bere ai cantori.

Nicola Sale dava il tono e la cadenza ritmica al canto con un suo strano modo di vociare e di ululare.

E tutto il coro dei cantori lo seguiva con un accordo selvaggio.

Cagnolinu faceva il tippiri: una specie di quinta ch’era un guaito di cane.

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