Poemetto pubblicato nel 1761 in occasione delle nozze di Gianfrancesco Aldrovandi Mariscotti (Conte di Viano, e Piagna, Gentiluomo di Camera di Sua Maestà il Re di Sardegna, Senatore di Bologna) con Lucrezia Fontanelli di Modena.
I primi versi:
Il saggio Diodoro
Stava pensoso ancora,
A chi con laccio d’oro,
Unir dovesse il cor:
Quando su molli piume
Placido un dì posando,
Ecco improvviso un lume
Agli occhi sfavillò.
Come celeste cosa
Mentre lo mira attento,
La Deità nascosa
Inteso a venerar;
Amabile Donzella
De’ raggi suoi vestita;
Ma d’essi assai più bella
Si vede comparir;
E in mezzo a bei rubini,
Armoniosa voce
Tra denti alabastrini
Sente vibrar così.
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