Azione drammatica in tre quadri, in una edizione del 1858.
Dal primo quadro della commedia:
QUADRO PRIMO
Una promessa di matrimonio in caso di morte.
Salone intercolunniato, in fondo verone che sporge ad una fortezza. Uscite laterali. Nell’alzarsi la tela albeggia. Si ode in lontananza un rullo di tamburo.
SCENA I.
Brevil dal verone, indi Angiola.
BREVIL. Finalmente è giorno: partiremo un’altra volta per incontrare le baionette nemiche; vecchio veterano! tu che tante volte hai affrontata impavidamente la morte sul campo dell’onore, ora tu tremi alla idea del periglio. Tremare per me? Nò! Ma io non son solo….
ANGIOLA. Vi trovo finalmente. Che stravaganza è stata mai la vostra di non riposare la scorsa notte?
BREVIL. Molti pensieri…
ANGIOLA. Cosa strana. Pensavate forse alla vostra prima moglie?
BREVIL. Angiola!
ANGIOLA. Dico per dire, già la nominate sempre.
BREVIL. L’infelice non visse meco che solo un anno.
ANGIOLA. Capisco, queste sono brutte ricordanze! Perdere una giovine sposa nel punto che vi facea diventar padre!… perdere nello stesso giorno il fanciullo!…
BREVIL. Moglie!
ANGIOLA. Del resto poi tanti anni già passati…
BREVIL. Non han potuto cancellare dalla mia memoria quel giorno di sciagura!
ANGIOLA. Io però ho cercato raddolcirvi la pena, vi ho fatto sempre buona compagnia.
BREVIL. Non lo nego, e te ne son grato.
ANGIOLA. Il defunto maresciallo pure così mi diceva. Che buon, uomo; vi chiamava suo amico, voi semplice soldato!…
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