Commedia satirica in 4 atti rappresentato per la prima volta nella Primavera del 1901 all’Arena Nazionale di Firenze dalla Compagnia Talli- Gramatica-Calabresi.
Dall’incipit del libro:
ATTO PRIMO.
NELL’ABITAZIONE DEL COMMENDATORE. Inverno. Sei ore di sera. Un’alcova nel fondo, a sinistra, che lascia vedere la sala da pranzo col buffet, la tavola, la lampada, ecc. A destra, sempre nel fondo, porta d’ingresso dalla quale si scorge il vestibolo col posaombrelli e l’attaccapanni. Sul davanti salotto elegante, con libreria, pianoforte, tavolino da lavoro e tavola da studiare. Porte laterali alle quinte. Caminetto acceso con sopra uno specchio.
SCENA I.
(Sulla tavola di sinistra una lampada accesa. NOEMI, seduta lì vicino, sfoglia dei giornali di mode, mentre OFELIA dispone sul piano dei pezzi di musica. ANTONIETTA, nella sala da pranzo, al di là dell’alcova, rimette nel buffet un mucchio di porcellane. Intanto MARIO passeggia per la scena fumando la sigaretta.).
MARIO. – (Rivolto ad Antonietta, ridendo:) Ma com’è possibile che quella gente si occupi del tuo affare?
ANTONIETTA. – (Accomodando le porcellane nel buffet, dopo averle passate con un panno asciutto:) Vedrà!
MARIO. – Per ottenere qualche cosa da questo Governo bisogna alzar la voce, mia cara!
ANTONIETTA. – E io l’alzerò!
MARIO. – Bisogna ribellarsi!
NOEMI. – Mario, adesso basta. Perché aizzare quella povera ragazza, mentre tu dovresti compiangerla?
MARIO. – Ma non ha ragione, scusate?… Dopo trentasette (Ad Antonietta:) Quanti anni di servizio?…
ANTONIETTA. – Trentaquattro suonati!
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