“La città del re lebbroso” di Emilio Salgari

Romanzo del 1904.

"La città del re lebbroso" di Emilio Salgari.
“La città del re lebbroso” di Emilio Salgari.

Dall’incipit del libro:

LA MORTE DEL S’HEN-MHENG

Un rombo metallico, che si ripercosse lungamente, con una vibrazione argentina, nell’ampia sala sorretta da venti colonne di legno dipinte a vivaci colori e cogli zoccoli coperti da lamine d’oro, aveva fatto sussultare Lakon-tay.

L’invidiato ministro, preposto alla sorveglianza dei S’hen- mheng, i sacri elefanti bianchi del re, dinanzi a cui piccoli e grandi s’inchinavano, udendo quel colpo di gong, aveva sentito un fremito corrergli per tutto il corpo, mentre sulla sua fronte leggermente abbronzata, erano subito apparse delle grosse stille di sudore.

Con una mossa lenta, si era alzato dal largo cuscino di seta azzurra a frange e ricami d’oro che gli serviva da sedile, mormorando con voce semispenta:

– M’annuncerà questo colpo la vita o la morte? La maledizione eterna di Sommona Kodom o la felicità? L’odio del re e del popolo o nuovi onori e nuove grandezze? Oh mia Len- Pra, mia povera figlia!

A quel nome un’angoscia inesprimibile aveva alterato il viso del ministro.

– O mia Len-Pra – ripeté con voce tremante.

Con una mossa risoluta, che dinotava l’uomo audace, aveva fatto alcuni passi innanzi, dirigendosi verso una porta di legno di tele, adorna di dorature, dicendo con voce energica:

– Lakon-tay non deve aver paura e saprà sfidare il castigo, pur sapendosi vittima dell’odio feroce d’un nemico sconosciuto.

Posò la destra sulla maniglia d’argento e aprì la porta, scostando le ricche cortine di seta gialla a grandi fiori azzurri, che pendevano lungo gli stipiti.

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