“La Gemma del Fiume Rosso” di Emilio Salgari

Romanzo del 1904.

"La Gemma del Fiume Rosso" di Emilio Salgari.
“La Gemma del Fiume Rosso” di Emilio Salgari.

Dall’incipit del libro:

LA PAGODA DELLO SPIRITO MARINO

Un tuono spaventevole, che pareva dovesse far crollare ogni cosa, seguìto da un lampo abbagliante, aveva fatto rintronare le vôlte malsicure della vecchia pagoda di Tang-Ki.

La campana, sospesa sulla cima della piramide, che né il tempo, né gli uragani avevano ancora demolita, quantunque contasse ormai sei secoli di esistenza, aveva mandato uno squillo bronzeo che pareva il lamento d’un morente.

Poi erano seguìti mille rumori strani, come se una folla di anime dannate si divertisse a rincorrersi nelle deserte gallerie dell’antico monastero dei bonzi. Tremavano le pareti, oscillavano le gigantesche lanterne ancora pendenti dalle vôlte, sbatacchiavano le pesanti porte di legno di tek, aprendosi e richiudendosi con fragore.

Gemevano le armature della piramide fra un urlìo incessante, mentre folate impetuose di vento entravano dalla porta spalancata della pagoda, cacciandosi innanzi ammassi di foglie strappate dai boschi vicini, le quali scorrevano pel lucido pavimento, con un fruscìo che metteva i brividi.

Sai-Sing si era rannicchiata ai piedi di Nai-ran, lo Spirito Marino dei tonchinesi, la cui statua, ancora bianca, si ergeva in mezzo alla pagoda giganteggiando nell’oscurità. Un vivo terrore si era dipinto sui graziosi lineamenti della fanciulla ed il suo visino dalla tinta quasi alabastrina si era fatto livido.

– Ho paura – aveva mormorato, avvolgendosi strettamente nel suo ampio mantello di seta bianca. – Odi tu, Man-Sciù?…

Una forma umana, che stava raggomitolata a terra accanto alla statua dello Spirito Marino, si era alzata, facendo udire un beffardo scoppio di risa.

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