Romanzo del1898.
Dall’incipit del libro:
SULLE RIVE DELL’OUSME
– Ci siamo?…
– Aspetta un po’, amico. Sei impaziente di provare la tua carabina?
– Desidero ardentemente di vedere uno di quei mostruosi animali allo stato libero. Non ne ho veduto finora che dei piccini e nei serragli d’Europa.
– Bada che sono formidabili.
– Con un cacciatore abile quanto sei tu non ho paura, e poi non credo che quelle masse enormi siano tanto leste da gareggiare colle mie gambe.
– T’inganni, Antao. Non sono trascorse due settimane, che un povero minaloto del Gran Popo, spintosi qui a cacciare quegli animalacci, è stato tagliato in due.
– Né più né meno d’un biscotto?…
– Non lo credi?…
– Ho i miei dubbi, Alfredo.
– Allora ti dirò, Antao, che quel minaloto era un servo della fattoria del signor Zeinger, quell’ottimo alemanno che abbiamo visitato la scorsa domenica.
– Quel minaloto doveva essere lesto come una lumaca grigia del paese degli ascianti.
– Tutt’altro, amico mio. Era un gran diavolo di negro, agile come una scimmia, ma l’animalaccio, che era stato solamente ferito, si precipitò sul disgraziato cacciatore e prima che questi potesse giungere alla riva lo tagliò in due.
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