“La fine dell’amore” di Roberto Bracco

Satira in quattro atti rappresentata per la prima volta al Sannazzaro di Napoli dalla Compagnia Leigheb-Reiter nel maggio del 1896.

"La fine dell'amore" di Roberto Bracco.
“La fine dell’amore” di Roberto Bracco.

Dall’incipit del libro:

ATTO PRIMO.

SCENA I.
Il dottor SALVETTI, il conte DIONIGI, GIULIANO D’ALMA,
RENATO ALBENGA, GUSTAVO RIVOLI, poi ANTONIO.

(Tutti sono seduti, con aria di persone di casa. GIULIANO D’ALMA ha un libro in mano, e legge estasiato. RENATO ALBENGA ha in mano un taccuino ed un lapis con cui scrive. Il più appartato è GUSTAVO RIVOLI.)

SALVETTI. (ad Albenga) Non perde tempo il nostro drammaturgo!…

ALBENGA. Eh!

SALVETTI. Scrivete sempre?

ALBENGA. Butto giù degli appunti. Noialtri artisti psicologici siamo gli apparecchi sismografici dell’umanità.

SALVETTI. Scusate se è poco!

DIONIGI. (Si alza, si avvicina a uno specchio e comincia a tormentare la sua cravatta.)

ALBENGA. Noi osserviamo tutto. Valutiamo tutto. In ogni più piccolo movimento, l’uomo ha per noi una rivelazione.

SALVETTI. Attento! Attento!

ALBENGA. Che è?

SALVETTI. Occhio al conte Dionigi! Egli è dinanzi a uno specchio. Chi sa quante cose può rivelare!…

ALBENGA. (disdegnosamente, continua a scrivere.)

DIONIGI. (sincero) Io rivelo che questa cravatta non va con questo colletto.

SALVETTI. Che disgrazia!

DIONIGI. Sì, sì, mi sento infelice! Ed è una cravatta di Boivais!

D’ALMA. (entusiasticamente, sempre con gli occhi sul libro) Oh, bella! Molto bella!

DIONIGI. (mirandosi) Bellissima, ma ci vorrebbe un altro colletto! (Torna a sedere.)

D’ALMA. (a Dionigi) Ma che colletto?!… Parlavo di questa pagina, che è stupenda. Sentite voi, dottor Salvetti.

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