“L’olmo e l’edera” di Anton Giulio Barrili

Romanzo del 1869.

Dall’incipit del libro:

"L'olmo e l'edera" di Anton Giulio Barrili.
“L’olmo e l’edera” di Anton Giulio Barrili.

A ENRICO DESCALZI

Sebbene io non l’ho per un lavoro eccellente, ma perchè ho deliberato di mettere sopra ognuno de’ miei libri il nome di un amico, amo intitolare a Lei, uno dei pochi carissimi, questo mio racconto, che non sarà po’ poi la cosa più brutta del mondo in questo genere di manifatture letterarie.

Intorno alle quali vorrei pur dire alcun che, tanto per levare l’appiglio ad una riprensione che mi potrebbe esser fatta, del non sapere io uscire a cercare le mie inspirazioni e i miei temi fuori di porta Pila, o di porta Lanterna. Ecco il secondo romanzo, e, contando gli altri in corso di stampa, il quarto che s’è allogato tra le mura di Genova. Ora, è tutta in Genova la vita italiana? O non s’ha a vederci un po’ d’amore del campanile, in questo non badare che a lei?

No, l’amore del campanile non c’entra per nulla. Ella sa, gentile amico, che amo casa mia, e mi sento morire dal mal del paese quando sono lontano da questa prediletta mia terra; ma avrebbe il gran torto chi ascrivesse a cotesto il restringer ch’io fo l’orizzonte dei miei quadri, e non volesse vederci in quella vece il dito della necessità, siccome vo’ dimostrare ai benevoli.

A me, anzi tutto, la non m’entra, di celebrare l’unità, col far nascere a Roma, o a Firenze, ciò che ho copiato, bene o male, dal vero, nel mio piccolo spazio di terra, sotto il mio lembo di cielo; chè non vo’ far dipinture stonate. E poi, mi venisse anco fatto di dettare un romanzo fiorentino pretto sputato, e’ riuscirebbe forse più schiettamente italiano?

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