Questo quinto e ultimo volume delle opere di Domenico Batacchi contiene il poema in dodici canti “Zibaldone”.
Dall’incipit del libro:
PRIMO CANTO
Io pur cantar vorrei l’arme e l’imprese
di qualche bravazzon d’un Capitano,
pinger cittadi saccheggiate e prese,
e spargere a torrenti il sangue umano;
ma son compassionevol di natura,
e di morte il parlar mi fa paura.
Di Sofocle il sentier calcar vorrei,
con uno stil d’antitesi ripieno,
e in grazia dei burbanti versi miei,
sedere a scranna di mia gloria pieno,
fra i poeti piú nobili e piú chiari,
degno competitor del padre Mari.
Con le rime vorrei facili e pronte
Bromio cantare, e in lascivetti amori,
rubando al debosciato Anacreonte
attiche frasi ed eleganti fiori;
ma la mia Musa, a dirvela sincera,
non vi ha garbo, né grazia, né maniera.
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