Romanzo breve. pubblicato nel 1915.
Dall’incipit del libro:
PROLOGO
Fatti anteriori all’azione drammatica
I Longobardi.
I Vinnili, oriundi della Scandinavia, avevano, nel loro sangue, la febbre bellica, e, nelle loro tradizioni, l’esempio delle più alte virtù militari. Ai Vandali, tribù feroce e potentissima, che volevano assoggettirli ad un tributo annuo, avevano risposto da eroi, col laconismo di Sparta antica, “Meglio combattere e morir sul campo, che pagare un vergognoso tributo”.
Pugnarono e vinsero. La Dea Freia, ordito un ingegnoso inganno al marito Odino, era stata propizia ai valorosi, scesi in campo aperto, per difendere la causa della giustizia e della libertà.
Da quel giorno memorabile e glorioso, i Vinnili presero il nome di Longobardi, col quale sono conosciuti nella Storia Medioevale.
Spinti dallo spirito di espansione e d’avventura, proprio de’ popoli nordici, i Longobardi, riportando splendide vittorie sui Rugi, gli Svevi e gli Eruli, s’erano spinti, al principio del Secolo VI, sulle incantate e fertili rive del Danubio, e, col diritto della spada, avevano invasa la Pannonia e il Norico.
L’Imperatore Giustiniano, dando prova di politica opportunista e prudente, aveva riconosciuto la conquista dei nuovi invasori, e, nell’impotenza di affrontare e sconfiggere i barbari, come aveva fatto Mario, sterminando i Teutoni alle Acque Sestie, in Provenza, ed i Cimbri al Ticino, si appigliò al partito di amicarseli con privilegi e donativi, senza riflettere che i barbari adoravano soltanto la forza, ed uomini di azione e di coerenza, accettavano doni e privilegi, per ingagliardirsi nelle nuove sedi, e compiere poi, approfittando d’ogni occasione favorevole, la loro missione storica, la distruzione dell’Impero.
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