“Scherzi anacreontici” di Luigi Biondi

“Scherzi anacreontici” del marchese Luigi Biondi, pubblicati nel 1836.

"Scherzi anacreontici" di Luigi Biondi.
“Scherzi anacreontici” di Luigi Biondi.

Dall’incipit del libro:

A CHI VORRÀ LEGGERE

ANDREA MUSTOXIDI

Anacreonte voleva cantare gli Atridi e Cadmo, ma la restìa sua cetera echeggiava soltanto Amore. Più felice il marchese Biondi, dopo aver proposto generose e severe virtù a tema delle lodate sue poesie, ora dà ad Amore un dolcissimo idioma e la teia soavità. Brevi e leggiadri come il lor nume, questi nettarei versi scritti furono in pochi istanti: onde quasi improvvisi chiamar si potrebbero, se al calore della inspirazione non si aggiungesse in essi la luce del gusto. Senonché diremo noi che le muse gli furono anche questa volta propizie non solo per retribuirlo dell’assiduo e nobile culto con cui le onora, ma sì pure perché piacque loro che il presente libretto avesse ad essere intitolato a tal donna, che specchio di attico ingegno, e di ogni più gentile costume, in riva alla Dora modestamente ed insieme caramente le alberga nel candidissimo animo suo. Però qui Amore non giace sulle rose ridendo mollemente, e non vacilla stringendo il nappo: ché il Biondi sa accoppiare alle gaie immagini non so quale squisita dilicatezza morale: e scherza, egli è vero, col riottoso e bizzarro fanciullo, ma per condurlo con finissimo accorgimento alla scuola di quelle Grazie medesime, delle quali Platone eresse il simulacro nell’adito della casta sua scuola.

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