Racconto lungo. Anno di questa edizione incerto, ma sicuramente 1800.
Dall’incipit del libro:
L’INNAMORAMENTO.
Appresso ad una chiesa di Verona giace un’arca sepolcrale, di forma rozza ed antica; cui niuna scoltura, niun fregio singolar raccomanda. Eppure il passeggiero che con occhio sdegnoso mira i ricchi monumenti innalzati all’ambizione e all’orgoglio, non può astenersi di recare a quell’arca il tributo di una lagrima, il sospiro di un cuore pietoso. Qual portento o qual malìa può rendere un umile sepolcro l’argomento di tal simpatica venerazione? O amore! tu che dal nulla sai il tutto creare, tu parli dal fondo di quell’avello, ed ogni animo leggiadro t’intende. Essa di Romeo e di Giulietta è la tomba.
Chi non ricorda que’ giorni di risse, di lutto e di sangue, allorché le fazioni dividevano tutte le italiche genti, ed il padre lasciava la vendetta al figlio in retaggio, e le famiglie si trasmettevano di generazione in generazione gli scambievoli odj e il desiderio di bagnarsi l’una dell’altra nel sangue? Giorni sì ben descritti dal Poeta delle civili contese, ove dice:
Ed ora in te non stanno senza guerra
Li vivi tuoi, e l’un l’altro si rode
Di quei che un muro ed una fossa serra.
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