“Terzetti” di Luigi Pirandello

Raccolta di 18 racconti (sei terzine) pubblicata nel 1912.

"Terzetti" di Luigi Pirandello.
“Terzetti” di Luigi Pirandello.

Dall’incipit del libro:

IL LUME DELL’ALTRA CASA.

Fu una sera, di domenica, al ritorno da una lunga passeggiata.

Tullio Buti aveva preso in affitto quella camera da circa due mesi. La padrona di casa, signora Nini, buona vecchietta all’antica, e la figliuola, ormai zitellona appassita, non lo vedevano mai, essendo egli solito d’uscire ogni mattina per tempo e di rincasare a sera inoltrata; sapevano ch’era impiegato al Ministero di grazia e giustizia; ch’era anche avvocato; nient’altro.

La cameretta, piuttosto angusta, ammobigliata modestamente, non serbava traccia della abitazione di lui, quasi di proposito, egli, con istudio, volesse restarvi estraneo, come in una stanza d’albergo. Aveva, sì, disposto la biancheria nel cassettone, appeso qualche abito nell’armadio; ma poi, alle pareti, su gli altri mobili, nulla: né un astuccio, né un libro, né un ritratto; mai nulla; né mai sul tavolino o qualche busta lacerata o un giornale letto; né mai su qualche seggiola un capo di biancheria lasciato, un colletto, una cravatta, a dar segno ch’egli lì si considerava, si sentiva in casa sua.

Le Nini, madre e figliuola, temevano che non vi durasse. Avevano stentato molto ad affittare quella cameretta. Parecchi eran venuti a visitarla; nessuno aveva voluto prenderla. Veramente, non era né molto comoda né molto allegra, con quell’unica finestra, che dava su una viuzza stretta, privata, e dalla quale non pigliava mai né aria né luce, oppressa com’era dalla casa dirimpetto che parava.

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