Romanzo breve pubblicato nel 1886.
Dall’incipit del libro:
ARRIGO IL SAVIO
I.
L’ultimo giorno di gennaio dell’anno 1882, un signore, alto della persona, dal volto abbronzato e dai baffi grigi, scendeva di carrozza, sulle prime ore del mattino, come a dire fra le otto e le nove, davanti ad un portone della via Nazionale, in Roma. Aveva l’aria assai nobile, era vestito con severa eleganza e andava diritto, con soldatesca balìa, come un colonnello in abito cittadino, che sotto le spoglie inusitate lascia indovinare i suoi trent’anni di spallini. Entrato nell’androne, e osservata non senza stupore la magnificenza delle scale, ascese al secondo piano, dove era scritto, su d’una piastra di porcellana, «Cav. Arrigo Valenti.»
– Cavaliere! – esclamò il signore dai baffi grigi. – O che diavolo ha fatto il mio signor nipote, per esser nominato cavaliere? Dei debiti, m’immagino. E saranno certamente assai più di quelli che mi aveva lasciati sospettare la sua lettera ad uno zio che non ha mai visto nè conosciuto. Ahimè! Prevedo, – conchiuse egli, sospirando, – che pagherò anche questa bella piastra di porcellana del Ginori. –
Tirò allora la maniglia del campanello, e un minuto dopo fu aperto l’uscio da un servitore in mezza livrea.
– Chi cerca? – domandò questi. – Il signor Arrigo Valenti.
Scarica il libro: