Racconto pubblicto nel 1877 sulla Nuova antologia di scienze, lettere ed arti , Serie 2 v. 4, pp. 97-138
Dall’incipit del libro:
BASTIANINO.
SCENE DELLA BASSA LOMBARDIA.
I.
Dove la coscienza di una donna ritorna alla cuccia come un can frustato.
Un fittaiuolo sulla trentina, con un bel faccione rubicondo e gioviale, entrava all’ora di desinare in una piccola osteria di campagna. Vestiva abiti screziati di troppo varii colori, e il movimento ondeggiante e maestoso delle quadratissime spalle lo rivelava in un batter d’occhio per uomo volgare sì, ma non per questo meno importante e men lieto di se medesimo.
L’ostessa aprì subito le labbra al più lusinghiero dei suoi sorrisi, e disse:
– Bravo, signor Lorenzo. Qualche santo del Paradiso ha pregato per lei. Ho qui sullo spiedo una fetta di lombo quale non se ne mangia che in casa mia. Ne vuole subito?
– Perdinci! se ne voglio. Credi forse che io sia venuto qui per guardarti nel viso, amorino bello? Animo, spicciati.
– Evviva lei, signor Lorenzo. Vivano tutti coloro che hanno danaro bastante a mantenere il buon umore, e buon umore bastante a far correre i danari. Non sono già permalosa io. Più me le dicono grosse, e più me la godo. È in tavola. Venga. –
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