“Chi vuol fiabe, chi vuole?” di Luigi Capuana

Raccolta di favole pubblicata nel 1908.

"Chi vuol fiabe, chi vuole?" di Luigi Capuana.
“Chi vuol fiabe, chi vuole?” di Luigi Capuana.

Il principio della prima favola:

La figlia del giardiniere

C’era una volta un giardiniere che aveva una figlia cèca e un po’ storpia fin dalla nascita. La mamma era morta dandola alla luce, e il povero vedovo aveva dovuto mettersi in casa una vecchia donna, perché badasse alla disgraziata. La balia l’aveva tenuta con sé fino ai dieci anni. Poi, una mattina, gliel’aveva riportata.

– Perché? – domandò il padre.

– Perché non la posso soffrire più. Da due mesi in qua, non fa altro che cantare certe nenie così lamentose, da far venire la malinconia perfino ai sassi. Il vicinato brontolava: «Malannaggio la cèchina e chi l’alleva!». Mio marito…

– Va bene – la interruppe il giardiniere; – mettetela a sedere là, accanto a l’uscio.

E appena la balia fu andata via, la bambina cominciò a cantare lamentosamente; pareva che piangesse.

– Che cosa canti, figliuola mia?

– Canto la mia mala ventura. Ho gli occhi e non ci vedo; ho le gambe e quasi non posso camminare!

– C’è chi è peggio di te, figliuola mia. Tu hai tuo padre che ti vuol bene, e tanti fiori nel giardino.

– Se mio padre m’avesse voluto bene, avrebbe piantato il fiore che rende la vista; se mio padre m’avesse voluto bene avrebbe innestato l’albero il cui frutto raddrizza le gambe.

– Chi t’ha detto queste sciocchezze, bambina mia? – Giacché sono sciocchezze, lasciatemi cantare!

E riprese la sua nenia; metteva malinconia anche ai sassi.

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