Orazione dell’abate Giuseppe Barbieri detta nella gran Sala della Ragione in Padova il giorno 3 luglio 1827.
Dall’incipit del libro:
Sebbene la frequenza e la luce del vostro aspetto mi torni sempre giocondissima, e amplissimo il campo e onoratissima la condizione di quell’uomo reputare si debba, il quale a tenervi solenne ragionamento infra gli altri è scelto ed inalzato; nondimeno la festività di questo giorno è tale, e la maestà e lo splendore di questo luogo è tanto, che d’insolita commozione il mio animo assale, e tutto di riverenza insieme e maraviglia lo comprende. Perché s’io volgo lo sguardo intorno a questa insigne Basilica, sacrario un tempo della pubblica sapienza, e delle patrie ragioni presidio e rocca; s’io m’affiso in queste mura, teatro di virtù, scola di emulazione, premio del valore; se questa mole io considero, testimonio nobilissimo della italiana grandezza e della padovana felicità; come mai potrà farsi che, a tanta altezza di oggetti, il mio dire, o Signori, a bella prova risponda? Dall’altra parte s’io pongo mente alle illustri fatiche e a’ trovamenti gloriosi del nostro egregio BELZONI, di quel magnanimo e pro’ viaggiatore, di quel benemerito ed amoroso cittadino, alla cui onoranza…
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