Seconda parte del Diario sentimentale della guerra di Alfredo Panzini. Pubblicato nel 1923.
Dall’incipit del libro:
Avvertimento a chi legge.
Anche per questo secondo volume del Diario sentimentale della guerra, sarà cosa opportuna premettere quanto fu detto per il primo volume: rispecchia le sensazioni di quelli anni memorandi; le quali sensazioni dal più al meno tutti noi provammo; e poi sono state scancellate dalla memoria, e riprodurre oggi non si potrebbe.
Questo, appunto, osservava un signore nel Corriere di Napoli del 27 agosto del 1923, a proposito del primo volume.
Diceva: Colui che vorrà un giorno rivivere non soltanto la guerra, ma – ciò che più interessa – il «pathos» della guerra, consulterà invano i documenti dei Grandi Stati Maggiori, e ben poco potrà apprendere dalle opere dell’esule di Amerogen o di quello di Wierigen, o dei Ludendorff o dei Falkenhavn, o dei nostri Cadorna e Capello, o dalle fitte cronache degli inviati speciali; ma troverà in questo libriccino, e forse soltanto in questo, quanto negli altri libroni e volumi ha invano e a lungo cercato.
Questa lode è un po’ troppo grande: ma qualcosa di vero pur c’è; e appunto per questo il Diario è passato quasi inosservato al pubblico, come dice quel signore.
E per questa veritiera osservazione più che per quella lode sono riconoscente al detto signore.
Lo scrittore deve, in fatti, qualche volta, anche sapere e volere scrìvere libri, che sa passeranno inosservati al pubblico!
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