Racconto pubblicato su la Nuova antologia di scienze, lettere ed arti , Serie 2 v. 4 (1877) pp. 781-799.
Dall’incipit del libro:
Fiori appassiti
I.
Lisa e Maria passeggiavano insieme, per l’ultima volta nel viale del giardino che fiancheggiava le mura del collegio, dove era trascorsa la loro serena fanciullezza.
Era una giornata d’autunno placida e fresca; le gocce di rugiada brillavano sui pampini rosseggianti come rubini; le rondinelle affaccendate si posavano a stormo sul cornicione della casa e ripetevano a gara un monotono grido, che pareva un segnale di riunione, e che significava: – Coraggio, compagne, bisogna partire; – noi, figlie del sole, seguiamo il corso degli ardenti suoi raggi. –
E le due fanciulle, dolcemente abbracciate, sorridenti e silenziose parevano intente al fruscio delle secche foglie de’ castagni cadute al suolo, che disperse dal lembo delle vesti bianche qui e là si agitavano lievi, come se fosser tocche dalle ali di due colombe.
Che pensieri, che sogni in quelle testine! Sul limitare della vita, anch’esse al pari delle rondinelle sembrano dire con lo sguardo luminoso ed i palpiti affrettati del cuore: – Voliamo alla luce, voliamo all’amore. –
Ma diverse nell’aspetto, diversi sono i desiderii, le speranze di quelle anime innocenti. Lisa è la più bella, la più intelligente e la più vezzosa; prediletta dai maestri e dalle compagne, a quindici anni è già avvezza alle lodi esagerate, ad essere carezzata come una bimba ed obbedita come una regina. Superba e debole ad un tempo, ora erge la fronte bianca ed altera come se volesse toccare il cielo, ora la china stanca e si appoggia all’omero dell’amica, come una fragile pianta al tronco di una salda quercia.
Scarica il libro:
