“Fiori d’arancio” di Roberto Bracco

Idillio in un atto. Rappresentato per la prima volta nell’aprile del 1898 al teatro Fiorentini di Napoli, a beneficio della Società Margherita pei Ciechi, dalla signorina Rosina Gervasi, e dai signori conte Giuseppe Galletti, Leopoldo Persico e Felice De Luca.

"Fiori d'arancio" di Roberto Bracco.
“Fiori d’arancio” di Roberto Bracco.

Dall’incipit del libro:

ATTO UNICO.

Lo studio del direttore, di forma irregolare. La parete di sinistra sta di sbieco, formando un angolo ottuso con la parete di fondo. Ambiente rusticano. Una scrivania innanzi a una seggiola a bracciuoli di tela cerata. Sulla scrivania, tra gli altri oggetti, un orciuolo. A un muro l’enorme orologio ufficiale della scuola: sfere e pendolo, immobili. Attaccato alla parete di destra, e precisamente alle spalle della seggiola a bracciuoli, un gran calendario illustrato e una carta geografica. In un canto della stanza, un lavamani, con su una bottiglia d’acqua. In un altro canto, una campanella con una cordicina penzolante. Una vecchia poltrona presso un tavolinetto portatile. In fondo, un uscio a due battenti, e sull’uscio i ritratti in oleografia del Re e della Regina: bruttissimi. Nella parete di sbieco, un gran balcone spalancato, dal quale si scorge la campagna.

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