Raccolta di poesie pubblicata nel 1940.
Dalla prima poesia:
GLI EFFIMERI
Costellazioni gelide nel cupo
baratro, di vertigini rapporti
cui modula velata profondando
armonia matematica: travolti
su su, giù giù tenebrosi immanenti
prismi che ardete ai vertici di fiammole
astrali – muse moderne, all’effimero
d’in tra melòdi di numero e nota,
prorompendo selvagge onde abissali,
schiudete il varco un attimo clemente
che ne scatti il balen di vostro arcano
Principio immensamente lunge in cielo.
Eterno sta ed incombe al cuore indomo
e move in muti fragori di schianti
gl’immani bui’ cristalli del mistero,
basalto impenetrabil degli spazi’.
Ma questa mia sostanza dolorosa,
atomo d’un pulviscolo errabondo
nel raggio apparso di crucciato sole
a volteggiar decidue sue carole,
sinistre danze sul ciglio del nulla,
a te anela, Movente, all’alto foco
mira per consumare anche sua stilla.
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