“Gli ultimi filibustieri” di Emilio Salgari

Con questo quinto romanzo si conclude il ciclo dei “Corsari delle Antille”.

“Gli ultimi filibustieri” pubblicato nel 1908.

"Gli ultimi filibustieri" di Emilio Salgari.
“Gli ultimi filibustieri” di Emilio Salgari.

Dall’incipit del libro:

UN TERRIBILE TAVERNIERE

– Co… co… co… Che cosa vuol dire, per tutti i tuoni e le tempeste del mare di Biscaglia? Co… co… So che dei pappagalli si chiamano Cocò, ma io credo che chi mi ha scritto questa lettera non sia uno di quei volatili variopinti!… Sarà meglio che chiami mia moglie. Chissà che non riesca a decifrare questi scarabocchi! Panchita!…

Una robusta donna sui trentaquattro o trentacinque anni, bruna, con gli occhi tagliati a mandorla come le andaluse, vestita leggiadramente, ma con le maniche rimboccate che mostravano delle ben tornite e vigorose braccia, uscì dal lunghissimo banco d’acajù, dietro a cui stava risciacquando dei bicchieri.

– Che cosa vuoi, Pepito? – chiese.

– Al diavolo Pepito!… Sono don Barrejo io e non un Pepito qualunque! Quand’è, moglie, che ti ricorderai che io sono un nobile della Guascogna?

– Pepito è un nome più dolce, marito mio.

– Lascialo in Siviglia.

L’uomo che parlava così era uno spilungone, alto e

inagrissimo, con due baffi spioventi, un po’ brizzolati, ed i lineamenti energici che mal si adattavano a un taverniere. Con le gambe allargate, ritto di fronte a una tavola occupata da una mezza dozzina di meticci, i quali stavano vuotando un grosso boccale di mezcal, fissava i suoi occhi grigiastri, che avevano il lampo dell’acciaio, su un pezzo di carta.

– Leggi tu, Panchita – disse, porgendo alla donna il foglio. – In Guascogna non si scrive così, per tutti i tuoni del mar di Biscaglia!…

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