Dramma in quattro atti rappresentato per la prima volta il 18 novembre 1906 al teatro Sannazzaro di Napoli dalla Compagnia Stabile di Roma.
Dall’incipit del libro:
ATTO PRIMO
Il salotto della dimora di campagna del professor RAIMONDO ARTUNNI. Non eleganza, ma una signorilità severa, quasi solenne, e una certa aria di casa antica. Sembra un po’ la stanza di un vecchio castello. Le suppellettili hanno lo stesso carattere. Verso il lato destro, una tavola su cui è un vaso contenente pochi fiori, qualche pila di libri rilegati, un campanello a timbro. Accanto alla tavola, una poltrona di pelle scura. In mezzo alla parete di fondo, la porta comune, che dà adito a un altro salotto più piccolo. Nella stessa parete, a destra della porta, una finestra, da cui si vede la campagna. Un’altra porta alla parete destra, un’altra a quella sinistra: tutte e due al primo piano della prospettiva scenica.
SCENA I.
IL VECCHIO SERVO GIUSEPPE, MANLIO e LUCIANO.
GIUSEPPE. (entrando, lento, dalla comune) Abbiano la compiacenza di aspettare qui.
(Lo seguono MANLIO e LUCIANO. – MANLIO porta in petto un piccolo fiore con qualche fogliolina.)
GIUSEPPE. (preoccupato) Si accomodino; ma… vedranno che, come ho già loro avvertito, non potrò annunziarli al professore.
MANLIO. Se il professore è impedito davvero, annunziateci a sua moglie.
GIUSEPPE. Cercherò di accontentarli…. Non mi hanno ancora detto chi devo annunziare….
MANLIO. (indicando Luciano) Non vi ricordate neppure di Luciano Marnieri?
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