Dodicesimo volume dei diari di Angelo Brofferio, pubblicato nel 1860.
Dall’incipit del libro:
CAPITOLO CVIII.
Carlo Felice a Modena – Sua indole e sue proteste – Reggenza Costituzionale – Suoi ordinamenti: errori suoi – Esordii di reazione – Resistenza di Genova – Evasione del Reggente – Timori della Giunta – Intrepidezza di Santa Rosa.
Mentre Vittorio Emanuele ritiravasi in Nizza, Carlo Felice riceveva in Modena la notizia della rivoluzione Piemontese.
Non era uomo il Duca del Genevese da comprendere i suoi tempi e da sapere quanto più di dignità e di grandezza acquisti un Principe, quanto meno si attribuisce di arbitrio e di violenza.
Fratello a Vittorio Emanuele, veniva educato anch’egli alla scuola del campo; tuttavolta non si mostrò mai vago di militari esercitazioni; lontano dal trono a cui lo precedevano i fratelli, parea lieto di modeste consuetudini.
Seguiva la sua famiglia in Sardegna di cui teneva qualche anno le redini senza biasimo e senza encomio; tornato in Piemonte, stava assai volentieri in disparte nei pubblici affari.
Conduceva in moglie Maria Cristina, figliuola del quarto Ferdinando di Napoli, la quale, disdicendo la schiatta, si meritava gentile rinomanza.
Non di guerra e di politica, ma di pittura e di musica si dilettava il Duca del Genevese: mirabili doti anche sul trono quando sono accompagnate da gagliarde virtù.
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