“Il casino del diavolo” di Bartolomeo Malfatti

Racconto lungo del 1867.

"Il casino del diavolo" di Bartolomeo Malfatti.
“Il casino del diavolo” di Bartolomeo Malfatti.

Dall’incipit del libro:

IL CASINO DEL DIAVOLO

I.
Le Giudicarie.

Chi piglia da Trento, dalla parte di ponente verso la regione confinante del Bresciano, dopo circa a nove miglia di cammino, si trova quasi improvvisamente di fronte ai fianchi dirupati e maestosi di Monte Casale, e della Montagna di Banzo. E penetrando quindi per la gola stretta e profonda, che vi si apersero di viva forza le acque del Sarca, giunge, dopo non lungo tratto, a un capo di quell’ampia rete di valli, che formano parte ragguardevole e distinta del territorio trentino, e sono conosciute col nome complessivo di Giudicarie.

Nel loro meditullio, a un di presso, sta la borgata di Tione; ivi almanco si vengono ad incontrare gli sbocchi delle maggiori di quelle valli; dette le Giudicarie interiori colla Pieve di Bono, le Giudicarie esteriori, e la Rendéna; le quali, oltre a differire di nome e di direzione, vi si presentano anche con diversa fisonomia. Mentre le prime, bagnate per gran tratto dal Chiese, hanno talora aspetto di severità malinconica, tanto sono anguste e selvaggie; le seconde vi si spiegano innanzi piuttosto in forma di altipiano; dove le falde, i seni, i piani coltivati, i prati ed i boschi si seguono con vaghissima alternativa. Più di venti paeselli popolano intorno la spianata e le chine; e su tutti domina l’antico Stenico col maestoso castello, residenza un giorno dei Luogotenenti o Giudici vescovili.

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