“Il tulipano nero” di Alexandre Dumas padre

Prima versione italiana tradotta da Giovanni Chiarini pubblicata nel a851

"Il tulipano nero" di Alexandre Dumas padre.
“Il tulipano nero” di Alexandre Dumas padre.

Dall’incipit del libro:

I.
Un popolo riconoscente.

Il 20 agosto 1672, la città dell’Aya così vispa, così candida, così gaia che sarebbesi detto, tutti i giorni essere domeniche; la città dell’Aya col suo passeggio ombreggiato, co’ suoi grandi alberi inclinati sopra le sue case gotiche, coi larghi specchi de’ suoi canali, nei quali reflettonsi i suoi campanili a cupolette quasi all’orientale; la città dell’Aya, capitale delle Sette Provincie Unite, gonfiò tutte le sue arterie di un flusso nero e rosso di cittadini incalzantisi, affannosi, inquieti, i quali correvano coi coltelli a cintola, il moschetto sulle spalle o il bastone in mano verso il Buitenhof, formidabile prigione di cui ancor oggi mostransi le finestre inferriate, e dove, dopo l’accusa di assassinio portatagli contro dal chirurgo Tyckelaer, languì Cornelio de Witt fratello del gran Pensionario di Olanda.

Se la storia di quel tempo e soprattutto di questo anno, al cui scorcio cominciamo il nostro racconto, non fosse strettamente legata co’ due nomi che citeremo, le poche linee di schiarimento che andiamo a dare, potrebbero sembrar fuori di luogo; ma noi preveniamo sulle prime il nostro lettore benevolo, cui promettiamo di piacere alla prima pagina, e cui parliamo bene o male nelle pagine seguenti, lo preveniamo, che questo schiarimento è indispensabile, tanto alla intelligenza della nostra storia, quanto del grande avvenimento politico da cui questa storia si parte.

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