“La vendetta d’uno schiavo” di Emilio Salgari

Pubblicato nel 1900 sulla “Biblioteca economica illustrata per la giuvebtù” diretta dal Cav. Salgari, con lo pseudonimo E. Giordano.

"La vendetta d'uno schiavo" di Emilio Salgari.
“La vendetta d’uno schiavo” di Emilio Salgari.

Dall’incipit del libro:

Capitolo I
La vendetta dello schiavo

In un caldissimo pomeriggio di Luglio del 1824, due cavalieri seguivano la riva sinistra del Tjiliwong, uno dei più belli e pittoreschi fiumi dell’isola di Giava che va a scaricarsi nel bel mezzo di Batavia, la capitale di quella opulenta colonia olandese.

Entrambi erano diversi per tinta della pelle, per lineamenti ed anche per costumi.

Il primo, il più attempato, era un europeo che doveva già aver varcata la trentina da più di qualche anno. Era un uomo di costituzione robustissima, con spalle larghe e membra muscolose e che dimostrava una fibra ed una forza eccezionali. Il suo viso, abbronzato dall’ardente sole dell’equatore, era fiero ed energico. Aveva due bellissimi occhi neri, capelli d’egual colore ed una barbetta un po’ arricciata e tagliata a due punte, come usavano in quell’epoca i coloni olandesi di Giava.

Il suo vestito era di forte tela bianca, assai attillato, stretto alla cintura da una larga fascia rossa, sorreggente uno di quei lunghi coltelli serpeggianti che i malesi chiamano kriss. Sul capo portava un ampio cappello di fibre di rotang, dalle larghe tese, per ripararsi meglio dai cocenti raggi solari.

Il suo compagno invece era un giovane di appena vent’anni.

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