Commedia in cinque atti, recitata la prima volta in Torino dalla Compagnia drammatica al servizio di S. M. la sera del 16 luglio 1827.
Dall’incipit del libro:
ATTO PRIMO
SCENA PRIMA.
Sala nel castello del Barone. Quattro porte laterali, ed una in mezzo. Le pareti sono adornate di molti ritratti della famiglia Wansfield.
La BARONESSA leggendo. ENRICHETTA ricamando.
BARONESSA. Gran bella cosa queste Novelle Persiane!... Che libro eccellente!
ENRICHETTA. Esaminate questo lavoro: va bene così?
BARONESSA. Non c’è male… questo fiore per altro è un po’ difettoso.
ENRICHETTA. Non è colpa mia, il disegno non era esatto.
BARONESSA. Ora che hai lavorato, se vuoi fare un po’ di lettura…
ENRICHETTA. Del gabinetto delle fate?
BARONESSA. Tu l’hai sempre colle fate!… Leggeremo la storia della discendenza della nostra famiglia.
ENRICHETTA. Quel vostro libro delle discendenze è così nojoso…
BARONESSA. Tuo padre sostiene che è il miglior libro del mondo, e quando egli lo dice, sai che non bisogna ridire; è così severo, così aspro, così intollerante… non si direbbe mai che sia mio fratello… Ma via, diamo uno sguardo alle memorie di Vitichindo.
ENRICHETTA. Per carità! voi mi farete venire l’itterizia. Se invece delle memorie di Vitichindo, mi voleste raccontare qualche bella istoria…
BARONESSA. E sempre colle istorie!
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