“La culla” di Roberto Bracco

Dramma in un atto scritto nel luglio 1918 – non destinato alle scene.

"La culla" di Roberto Bracco.
“La culla” di Roberto Bracco.

Dall’incipit del libro:

ATTO UNICO.

Una baracca costruita in una recondita anfrattuosità alpestre per servire di alloggio e di ufficio agli ufficiali del Genio addetti ai lavori d’un tunnel. Se ne vede un solo scompartimento. La parete laterale sinistra va diritta fino al fondo, formando un angolo retto col vano d’una specie di terrazzino che sporge su un burrone. L’altra parete laterale si allunga diagonalmente formando con questo vano un angolo ottuso. Due battenti s’aprono nel vano, in dentro, fra l’impiantito del terrazzino e l’interno della baracca. In primo piano, col dorso aderente alla parete a sinistra, è un’ampia scrivania a scansie sulla quale poggia un apparecchio telefonico e sono sparsi l’occorrente per scrivere, un registro, qualche libro, qualche fascio di carte. Altre carte e altri libri sono ficcati nelle scansie. Nella stessa parete, dopo la scrivania, è una porticina che immette nel secondo scompartimento della baracca. A metà della parete diagonale è la porta d’entrata, e, un poco più verso il vano del terrazzino, a breve distanza da questa parete, è una grossa stufa di metallo. Quasi in centro fra le due porte, un rozzo tavolino. Qua e là, poche sedie parimente rozze, alcuni strumenti geodetici, alcune casse che devono aver contenuto, o che tuttora contengono, provviste alimentari e ordigni. A terra, in un angolo, un lanternone, spento.

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