Romanzo del 1905. Anche questo, come i precedenti due, è ambientato in India.
Dall’incipit del libro:
LA SPIA DEL PENITENZIARIO
– Spia!
– A me spia!
– Bandito!
– Taci, brutto malabaro!
– Negalo, se l’osi!
– Ah! A me della spia!
– Confidente dei sorveglianti! Assassino che ci fai somministrare il gatto a nove code senza averne colpa.
– La vuoi finire?
– No, e lo ripeterò finché avrò un soffio di vita. Spia! Spia! Spia!
– Vuoi dunque, che ti rompa le ossa?
– Provati!
– È perché hai l’uomo bianco dalla tua? Vi affronto tutti e due e vi riduco in una poltiglia. Nessuno ha mai tenuto testa al Guercio, il più formidabile lottatore di Ceylan.
– Basterò io solo: un malabaro non teme cento cingalesi.
– Ma il Guercio sì.
– Sarò io che ti fracasserò il muso e che manderò i tuoi denti a passeggiare nella foresta, a formare la delizia dei cobra- capello.
– Non la vuoi finire, malabaro?
– No, perché sei una spia, la spia del bagno.
Una spaventevole bestemmia sfuggì dalle labbra del cingalese.
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