Romanzo del 1929.
Dall’incipit del libro:
LA STELLA DEL NORD.
I.
Non sono molti anni, sul finire della guerra, uno di quei vecchi piroscafi che allora si trascinavano a lumi spenti nelle tenebre dei nostri mari venne una notte di tempesta a dar negli scogli detti da noi scogli di Capo Scuro. Raccontano i pescatori, già fuori prima dell’alba a fiutare i venti di quella notte accidentata, d’aver udito a un tratto, verso la punta Pecorella, uno strepito di ferramenta soverchiare per un attimo il fragore delle onde. Poi l’ululo d’una sirena incominciò a vagare disperatamente nel buio, sempre più fioco e arrochito, finché la prima luce del giorno, rompendo l’oscurità, non indusse i più ardimentosi dei nostri marinai ad armare una scialuppa e ad accorrere in soccorso dei naufraghi.
Nel crepuscolo di un mattino che prometteva poco più della notte dalla quale era nato, una forma immobile e cupa s’andava infatti staccando contro il cielo sul candore dei frangenti. La nave, un modesto bastimento di forse tremila tonnellate, dopo essersi inerpicata sulla bassa scogliera, s’era sbandata a tribordo, e così giaceva mezzo distesa sul banco con parte della carena fuori dell’acqua. Via via che si schiariva l’alba, mentre sbattuti dalle onde, arrancando e bestemmiando, cercavano di portarsi a ridosso del monte con la loro barca, i nostri marinai vedevano uscire dalla foschìa uno di quei tristi rottami che s’incontrano talvolta in certi angoli sperduti del mare, avanzi di lontani naufragi contro i quali si è accanita la furia delle tempeste. A poppa di quella nave si poteva leggere in grandi lettere bianche il suo nome, che era: Stella del Nord. …
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