“L’albergo delle tre rose” di Augusto De Angelis

Settimo romanzo con protagonista il commissario De Vincenzi. Anche questo scritto nel 1936.

"L'albergo delle tre rose" di Augusto De Angelis.
“L’albergo delle tre rose” di Augusto De Angelis.

Dall’incipit del libro:

I.

Pioveva a fili lunghi, che al riverbero dei fanali parevano d’argento. La nebbia diffusa, fumosa, penetrava coi suoi aghi nel volto. Sui marciapiedi scorreva ondeggiando la infinita teoria degli ombrelli. Automobili in mezzo alla via, qualche carrozza, i tranvai colmi. Alle sei del pomeriggio il buio era fitto, in quei primi giorni del dicembre milanese.

Tre donne procedevano in fretta, a scatti, sembrava a folate, rompendo come potevano le fila dei passanti. Eran vestite tutte e tre di nero, alla moda di prima della guerra, coi cappellini di garza e perline. Portavano i mezzi guanti di filo e con le dita ossute della destra stringevano il manico dell’ombrello, tutte e tre con lo stesso gesto, come se levassero minacciosamente una mazza. Avevano il profilo rostrato e gli occhi acuti e accesi. Col mento e il naso sembrava volessero fendere la folla e l’umidore spesso della nebbia e della pioggia. Quanti anni avessero nessuno poteva dire. L’età si era cristallizzata sui loro corpi. Ed erano così simili una all’altra, che, senza i nastri di color diverso – malva, violaceo, nero – legati a cappio sotto il mento, ognuno avrebbe creduto a un’allucinazione, sicuro di riveder per tre volte di seguito la stessa persona.

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